L'Organo

Chiesa dei Batù

Chiesa dei Batù        Storia

Lo strumento attuale, affacciato con maestosità nella tribuna sopra la bussola d’ingresso nell’aula destinata alle funzioni liturgiche, risale al lontano 1781. Esso è stato progettato e costruito dai maestri organari Giovanni Battista e Francesco Maria CONCONE, in stretta collaborazione con il loro erede Gioacchino. In quell’epoca i Concone godevano di un grande prestigio presso lo Stato Sabaudo come Reali fornitori di strumenti a tastiera (clavicembali, organi etc.).

Il nuovo strumento sostituiva il precedente (anonimo), proveniente dalla chiesa di S. Giuseppe in Carignano nel 1753.

L’organo della Confraternità del Gesù è il meglio conservato fra gli strumenti storici della Valsangone e, risultando sostanzialmente integro nella sua originaria costruzione, costituisce una importante testimonianza dell’arte organaria dei Concone.

Lo strumento, restaurato dalla ditta PICCINELLI nel 1974-75 è adatto per l’esecuzione sia di repertorio liturgico classico che per musiche cembalo-organistiche, in forma solistica e/o concertate con altri strumenti (archi, fiati, ottoni e legni oltreché voci soliste e/o corali), in alternanza e/o basso continuo.

                                 

 

DOTAZIONI   e   CARATTERISTICHE

MANETTE:  N° 11 reali                 

1° – Principale (8’ )   

2° – Ottava

3° – Quintadecima

4° – Decimanona

5° – Vigesimaseconda

6° – Vigesimasesta

7° – Vigesimanona

8° – Voce umana (da Re3)

9° – Flautino 2’

10° – Flauto in VIII 4’

11° – Ottava bassi 8’ – sempre inserita alla pedaliera  ed unita alla tastiera.

                

ACCESSORI:                                   

– Tremolo

  Tiratutti  (dal 2 al 7 )

TASTIERA: singola a finestra  di 47 tasti (Do1 – Re5) con prima ottava corta; tasti diatonici rivestiti con palissandro, con osso i cromatici.

PEDALIERA: scavezza a leggio, di 14 pedali (Do1 – Fa2).

CORISTA: La3 > 437 a 18° C con 60% di umidità.

  

                                                              Fotogallery di Claudio Servalli